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COSTO ZERO: Rivoluzione bancaria in Italia?
CONTI CORRENTI / Scatta l'ora del «costo zero»
di Nicola Borzi
Il Sole 24 Ore

Dopo lunghi anni nei quali i prodotti bancari destinati al grande pubblico italiano non mutavano mai, improvvisamente da qualche mese una ventata di novità cambia il panorama dell'offerta. Lo testimonia l'attivismo dei maggiori gruppi creditizi nazionali sul conto corrente, vero termometro del rapporto tra risparmiatori e sistema bancario. In concomitanza con il varo del primo decreto Bersani dell'agosto 2006 sulla liberalizzazione allo sportello (ma anche in anticipo di un anno, come nel caso di UniCredit Banca), è tutto un fiorire di spot che illustrano le nuove proposte «a costo zero». Ma è davvero tutto oro — per i risparmiatori — quello che luccica nelle pubblicità degli istituti di credito?
In libera uscita. Secondo l'inchiesta della Direzione generale per la concorrenza della Commissione Ue sul retail banking in Europa, presentata il 31 gennaio dopo un'analisi durata anni, e riportati nei grafici in alto, nel quadriennio 2002-05 in Italia i clienti che hanno cambiato banca sono stati oltre due milioni, cioé il 9,2% del totale, un valore superiore alla media di 15 Paesi europei (8,9%). Il dato è legato a molti fattori, tra i quali l'ondata di sfiducia seguita agli scandali Argentina, Cirio e Parmalat, ma anche a una maggior consapevolezza del cliente sui costi. La clientela italiana, infatti, è tra le più mobili d'Europa anche perché i conti correnti costano: i ricavi del retail banking italiano sono pari, in media, a 204 euro l'anno per cliente, cioé il 50% in più della media Ue. Tra i motivi ci sono anche dalle caratteristiche del risparmiatore italiano, ancora molto legato all'uso del contante o, meglio, assai diffidente sulle transazioni smaterializzate, più convenienti per le banche perché prescindono dallo sportello.
Cambia l'offerta. Proprio l'allontanamento dallo sportello è la chiave di volta delle nuove offerte di conti correnti «a costo zero». La prima fu, come detto, [UniCredit Banca, che nei giorni scorsi ha presentato Trasloco facile e Conto Genius ricaricabile, offerte che mirano dichiaratamente a disincentivare il cash: negli ultimi tre anni l'istituto ha investito 120 milioni sui servizi di transazione senza contante e spenderà altri 70 milioni nel biennio 2008-09. Secondo l'amministratore delegato, Roberto Nicastro, «se in Italia riducessimo del 50% le operazioni allo sportello, portandoci al livello di Germania e Austria, potremmo ridurre di circa 40 euro all'anno i costi di produzione e gestione di un conto corrente», anche attraverso un calo delle rapine che "costano" circa 10 euro l'anno in più per ogni conto corrente italiano rispetto a Germania e Austria. Iniziative e proposte simili, che disincentivano l'utilizzo dello sportello puntando sul canale online e i cosiddetti "conti a pacchetto", sono state messe in campo anche da altri grandi gruppi, tra i quali Intesa SanPaolo con il conto Zerotondo, Bnl (gruppo Bnp Paribas), con il conto Bnl Revolution, e Credito Emiliano, con i conti Senza Spese e Senza Spese Web.
Rete in ritardo. Ogni rivoluzione si scontra con l'inerzia del sistema. Come mostrano gli esempi pubblicati più sotto, il conto corrente «a costo zero» è ancora un oggetto misterioso in molti sportelli dei maggiori gruppi. Quanto al fatto se poi questi contratti siano davvero «a costo zero», lo si potrà giudicare solo tra qualche mese, quando le nuove proposte saranno state valutate dai clienti. Di certo, prima di operare (e di protestare), i clienti faranno bene a leggere con molta attenzione i contratti, che spesso prevedono l'utilizzo esclusivo dell'internet banking o che fanno pagare commissioni più salate rispetto a quelle dei conti tradizionali se non si riesce a stare lontani dal caro, vecchio sportello.

ID: 39577
Author(s): iff
Publication date: 26/03/07
   
URL(s):

Italien "costo zero"
 

Created: 27/03/07. Last changed: 27/03/07.
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